Sicilia, sovvenzioni in cambio di simpatie e consensi

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di Vittorio Spada

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Nei giorni scorsi (3 aprile) Giuseppe Pipitone su Il Fatto Quotidiano ha sollevato la delicata questione dell’interessato modus operandi delle multinazionali nei territori in cui operano. Afferma Pipitone: Da Brindisi ad Agrigento, passando per La Spezia e Civitavecchia: i grandi gruppi non lesinano contributi a pioggia pur di accaparrarsi le simpatie dei territori in cui si concentrano i loro affari. Tutto legale, tutto alla luce del sole. Fiere, sagre, squadre di basket e calcio, costosi festival medievali, piccole feste di parrocchia allietate da musicisti nazionali e addirittura intere processioni religiose con tanto di logo sui manifesti. Dall’Enel all’Eni, dalla Shell alla Total fino alla Nestlé, c’è un po’ di tutto nella ricchissima lista delle sponsorizzazioni gentilmente offerte ogni anno dalle principali multinazionali nei più disparati centri italiani. Rivoli di denaro che arrivano a rallegrare la vita culturale e sportiva di piccole e grandi città italiane, spesso accomunate da un unico comune denominatore: ospitano centrali elettriche, geotermiche e a carbone, rigassificatori, pozzi e stabilimenti di raffinazione del petrolio, persino ricche sorgenti di acqua minerale (…) . Tutto legale, tutto alla luce del sole. Nessun reato: solo un modus operandi che la dice assai lunga sulla creazione del consenso da parte dei colossi impegnati nei territori.

Fontana Eni a Gela
Fontana Eni a Gela
petrolchimico Priolo
Petrolchimico Priolo

Per quanto attiene la Sicilia Il Fatto Quotidiano cita l’Enel, la Erg, la Esso (che si fanno carico di incrementare lo sport), la Nestlè e anche l’Eni quali sponsor “popolari”: L’azienda guidata da Francesco Starace ha puntato sullo sport anche ad Agrigento, dove la ricca sponsorizzazione concessa all’Akragas, la squadra di calcio cittadina, ha portato alla storica promozione in Lega Pro della squadra siciliana. Ed è proprio nei pressi della città dei Templi, a Porto Empedocle, che la società coltiva da anni il progetto di un maxi rigassificatore da 800 milioni di euro. “Con lo zuccherino della squadra di calcio, l’Enel, su consiglio di Angelino Alfano, vuole addolcire la pillola amara e velenosa del rigassificatore”, dice l’ex ambientalista Giuseppe Arnone, dato che secondo rumors cittadini sarebbe stato il ministro dell’Interno a portare il logo della società energetica sulle maglie dell’Akragas. Tra ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato, referendum popolari vinti con il 94% e voti negativi ratificati dal consiglio comunale, il rigassificatore, che doveva vedere la luce nel 2011, è ad oggi bloccato, mentre i calciofili agrigentini sono tornati dopo più di trent’anni a calcare i campi della vecchia serie C (…); ad Augusta la Erg ha sponsorizzato le nuove maglie della squadra di calcio a 5, mentre la Esso ha contribuito a lanciare un corso di vela per bambini disabili. La città in provincia di Siracusa ospita 18 stabilimenti tra centrali elettriche e impianti di raffinazione, ed è uno dei vertici del più grande polo industriale d’Europa: insieme a Priolo e Melilli costituisce il cosiddetto “triangolo della morte”. “Qui è in atto un genocidio”, è la denuncia di don Palmiro Prisutto, il sacerdote che ogni mese legge in chiesa i nomi di tutti i morti di tumore della città. Esilarante invece il destino dell’omaggio lasciato dall’Eni a Gela: una gigantesca fontana con giochi d’acqua e luci piazzata all’entrata della città. Nel 2013, però, la città del petrolchimico ha deciso di spegnere l’enorme installazione. Il motivo? Le bollette erano diventate troppo costose, dato che i giochi d’acqua consumavano un’enorme quantità di energia elettrica (…).

Akragas
Akragas

Sponsor di sagre e squadre di calcio anche la Nestlè, come riferisce Giuseppe Pipitone: Santo Stefano Quisquina, in provincia di Agrigento. Mentre l’intera Sicilia soffre una crisi idrica senza precedenti, sui Monti Sicani sgorgano ogni giorno migliaia di litri di acqua oligominerale purissima. Solo che sono quasi totalmente appannaggio della Nestlé, titolare di una concessione con la Regione Siciliana per prelevare almeno dieci litri d’acqua al secondo. Un affare che permette alla multinazionale svizzera di vendere la pregiata acqua siciliana ad appena 33 centesimi a bottiglia. Il bello è che l’acqua dei rubinetti della provincia di Agrigento non viene dalla stessa fonte della Nestlé ma invece dal dissalatore di Porto Empedocle, gestito dalla Girgenti Acque di Marco Campione, che pratica costi altissimi ed è considerata dai cittadini di scarsissima qualità. Morale della favola? Anche per cucinare gli agrigentini sono spesso costretti a comprare l’acqua in bottiglia che la Nestlé preleva nel loro stesso territorio. Pochi giorni fa però è arrivata la lieta notizia: acqua gratis per gli agrigentini? Ovviamente no. Piuttosto la Nestlé ha deciso di sponsorizzare la Usd Quisquinese, squadra di calcio dilettantistica di Santo Stefano. Un accordo triennale da trentamila euro che ha fatto felici i tifosi della piccola squadra sicana (…).

Tutto legale, tutto alla luce del sole. Nessun reato: solo un modus operandi… È un sistema antico, questo che applicano le multinazionali, che in Sicilia era in vigore (ma forse lo è ancora oggi?) negli Anni Ottanta/Novanta, quando gli enti pubblici elargivano sovvenzioni a centri culturali (veri e pseudo tali) per manifestazioni che, nella maggior parte dei casi, non venivano realizzate. Centri culturali che (ovviamente) facevano capo a questo o a quel politico che con quel “sistema” si attirava simpatie. E anche consensi. Nulla di nuovo, dunque, sotto il sole, nulla di illegale.

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